You don't know how lucky you are Grace...
Sono tornata in ufficio.
My first impression about:- Roma, così vivibile, senza traffico, con un numero, se vuoi, inferiore di gente che si aggira incazzata e stressata per le sue strade fuori e dentro il Grande Raccordo Anulare sembra quasi una città europea. Addirittura più pulita. Stamattina la Cassia era irriconoscibile. Un vero e proprio viale alberato;sembrava di stare in un parco.
- Tornare in questo luogo e ringraziare Dio che lavoro qua. E' stato un tutt'uno.
- Non credevo quanto mi fossero mancati i miei adorati Piero e Flaminia. Certe cose si danno quasi sempre per scontato. Il peggio è che mi ha fatto piacere rivedere anche il mio Boss. Sò grave? Buonismo natalizio...bah...
- Non è poi così male disintossicarsi di ore trascorse a vedere cartoni animati, a fare le costruzioni, a disfare puzzle dopo che ci hai messo tre ore per farlo, a dare la pappa alla nuova bambola di Micol che caga pure come un pupo vero, a raccattare vestitini, scarpette, cappellini delle pupazzette, a ballare come le principesse sorelle di Barbie, etc, etc.
- Finalmente posso leggere i post dei miei blog preferiti e scrivere qualche amenità.
Niente male, per il momento...nun me posso lamentà...
3 Comments:
già, queste sensazioni le ho provate anch'io, martedì, quando finalmente ho ripreso un aspetto da persona e sono andata a prendere il caffè con i miei compagni di banco. poi è passata subito però...
Rassicurante riprendere il trantran che si era lasciato. A me le feste fanno male fisicamente: l'ultimo dell'anno ho avuto un attacco di emicrania durato 24 ore...non lo augurerei nemmeno al mio più acerrimo nemico! Ma ieri è ricominciato il corso di yoga, la mia ancora di salvezza, e da lunedì i figli tornano a scuola e io in studio, finalmente!
Si ricomincia!
Per me la cosa bella di tornare in ufficio a Milano è stata proprio la possibilità di riprendere queste piacevoli frequentazioni on line. Fortuna ha voluto che dalla mattina di Natale al giorno di Capodanno in Sardegna ci sia stata una sfilza di giornate quasi primaverili (16-18°C), per cui non appena potevo mi sottraevo alla rituale orgia di giocattolame, cartoni animati, cibi ipercalorici, chiacchiere e altri convenevoli da salotto con il parentado andando a curare un piccolo oliveto di famiglia appena fuori l'abitato.
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