Forced
Schiaffi, pugni e calci. Da un padre allenatore alla povera figlia nuotatrice.
La crudeltà mentale di un uomo nei confronti della figlia della compagna.
Nelle ultime 24 ore sono costretta a subire dalla televisioni immagini di violenza che francamente preferirei evitarmi.
E' inutile che io faccia la mammoletta;non mi si addice. Subisco ed attuo forme di violenza, a volte dai tratti talmente subdola, da essere abilmente travestita.
Attaccare il telefono in faccia al solito operatore di call center che, ahimè sì, fa solo il suo lavoro e probabilmente perchè è necessario.Azionare il tergicristalli al primo avvicinarsi del lavavetri extracomunitario. Costringere mio marito a mangiare un pezzo di pizza comprato giù in pizzeria perchè non ho voglia di spignattare.
Ma subisco la violenza di dover inchiodare se il coglione che guida davanti a me gira senza mettere la freccia o ha deciso di fare l'amore per telefonino e passa da una corsia all'altra fregandosene che dietro c'è qualcuno che non legge nel pensiero;al massimo il navigatore se ne è provvisto.O dover aspettare che mia figlia si ammali di qualche malattia perchè qualche mamma sconsiderata manda ugualmente a scuola il figlio pure se febbricitante, coperto di pustole e che vomita continuamente; e per favore! Non mi si venisse a dire che si fa perchè non ci sono altre alternative...forse in periferia dove in due si arriva a milleducento euri scarsi...non dalle parti mie!
In realtà ho scoperto che c'è una forma di violenza di cui avrei voluto parlare tante volte e che non basterebbero milioni di post per esaurirla.
La violenza del destino.
La violenza delle decisioni che prende senza che noi ne siamo consapevoli, delle virate che ci impone di fare.Soprattutto la violenza della privazione. Il Destino ci priva con una violenza che ci lascia senza fiato. La sicurezza che magari hai impiegato una vita a costruire può essere sbattuta giù come un castello di carte.
Nella mia blogroll c'è una persona che io stimo più di ogni altra. Ed è manifesto che io vi adori tutti in egual misura. Ma c'è una mamma che più di tutti ha subito la violenza del Destino. La più brutta, quella che è assolutamente innaturale. Essere costretti a sopravvivere alla morte di un figlio. C'è un monologo meraviglioso in Fiori d'acciaio, film dell'89, che Sally Field fa dedicato alla morte della figlia Julia Roberts e che esprime bene quanto sia incomprensibile questo tipo di azioni del Fato. Ancora meglio è leggere i post di Mamma Giovanna dedicati al piccolo Peppino che ormai appartiene ad un'altra dimensione, quella degli Angeli; che a noi, pure dotati di Grande Fede o di grande intendimento, sembra assurdo.
Vi invito a leggere alcune poesie di Giovanna al suo bambino. E non pensiate che vi stia usando violenza a farvi fare qualche cosa di cui poi sarete magari contenti.
3 Comments:
Infatti non è stata una violenza. Almeno questa...
Grazie, amica mia. Leggere è stato provare un lungo brivido per quel filo spezzato che non ha interrotto l'amore tra madre e figlio.
Nella mente tornano le parole di una vecchia canzone dei Fleetwood Mac:
"All you have to do
is speak out my name,
and I would come running, anyway"
Respectfully
M.
grazie.
se tutte le violenze fossero così, ci vorremmo più bene...
spero di conoscerti presto di persona
panz
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