Terremoto
Cara Giuliana,amica mia, io non sapevo. Non sapevo della tua esperienza diretta del terremoto in Irpinia dell'80. Ho letto il tuo post e la pancia mi si è contratta. Come questa notte.
All'epoca, abitando al quinto piano, a Roma, mio padre, mia madre ed io scappammo via per le scale e rimanemmo, attoniti e storditi, in strada, senza sapere cosa fosse successo, cosa stesse succedendo e cosa sarebbe successo da quel momento. Fu la televisione a chiarire ogni dubbio e a scurire in volto mio padre quando sentì pronunciare Irpinia. Partì immediatamente per il suo paese Nusco, provincia di Avellino. E quello che trovò e apprese è una di quelle cose che ancora oggi lo fanno piangere. E mio padre è un vero duro. Per noi terroni quello del terremoto è un ricordo terribilmente assurdo e assurdamente sempre vivo. Come per i friulani, per gli umbri, per i siciliani rimanendo in abito italico. Stamane è una orrenda realtà per gli abruzzesi.
Come tutte le donne gravide insonni ,questa notte, i lunghi secondi ondulatori mi hanno colta vigile ma di sorpresa, concentrata io a sentire i movimenti del bambino e mi hanno spaventata tantissimo. Era come se qualcuno mi avesse sobbalzata fuori dal letto e il suono sinistro dei binari delle ante del mio immenso armadio scorrevole mi ha fatto appanicare al punto di gridare aiuto aiuto. In mezzo alla stanza, tenendomi il panzone, agitandomi in mezzo a mille pensieri: quando smette? Dove sarà l'epicentro? E mia madre che vive da sola, si sarà spaventata? E se mò mi partono le contrazioni chi me la passa la vasosuprina? Perchè Ste nell'altra stanza non accorre?
Ma io, dopo essermi calmata, mi sono rimessa a letto e mi sono tranquillizzata. Anzi mi sono anche riaddormentata. Che fortuna. Purtroppo a l'Aquila e dintorni non è andata così . Sono davvero addolorata. E prego. E stà giornata cò tutto stò sole oggi mi sembra proprio una bestemmia. Perchè la tristezza è cupa e la natura è stata una cattiva matrigna. E non sono luoghi comuni.
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