XIII Giornata mondiale Alzhaimer
Mi prendi sotto braccio. Vieni andiamo in giardino ti dico.Tu ti fai condurre docilmente, ti abbandoni sul mio fianco e lo faccio anche io a mia volta e immagino la nostra buffa fisionomia tu tonda e morbida io lunga e spigolosa. Ci sediamo e non riesco a dirti le solite cose che ti dico nelle solite visite.Oggi mi guardi fisso. Sei bellissima. Mi togli una piccola ciocca di capelli che si è attaccata al lucidalabbra (hai visto mi sono anche truccata per te) e allora capisco.Oggi sei libera.Libera di pensare, di riconoscermi, di ricordare chi sei chi sono. Purtroppo anche dove siamo.Soffro come un cane perchè io non vorrei che tu capissi dove ti trovi;ma tutti noi, per salvarci il culo dai sensi di colpa, ci diciamo che è necessario.
Tutta colpa di quelle piccole stranezze che hanno stravolto la tua quotidianità.
Io me ne ero già accorta quando venivi a trovarci a Roma.Arrivavi con il tuo trenino,la tua valigia, i tuoi regali e averti a casa, nella mia stanza con le tue cosine mi faceva impazzire di gioia.
Poi un giorno è successo.
Ero in bagno e ho visto il tuo spazzolino da denti accanto al mio e a quello di mamma. L'ho preso e c'ho visto tra le setole tanti capelli bianchi. E poi ho visto anche il tuo pettine ancora nella custodia.
Ho notato che il vestito lo abbottonavi anche cinque volte di seguito perchè ti veniva sempre storto. Poi, giù, a Napoli non erano solo piccole cose. Era il sugo e tutto il barattolo del sale, era andare in giardino e non sapere più perchè. Era fare i bisogni e nasconderli nel cassetto insieme ad altri 'tesori' una molletta, un chiodino, una carta di cioccolatino.
Sei libera e così ricomincio ad essere ciarliera e ti racconto di me e di Stefano, che gli voglio bene che dopo questi anni vogliamo sposarci e che finalmente ti comprerai il vestito ed un bel cappello e tu dici si e ridi e mi chiedi come stà papà e tante altre cose.
Non voglio ricordare le ultime volte che ti ho vista, con gli occhi tristi e assenti e la bocca serrata e io che mi nascondevo negli angoli dell'Istituto a piangere fino a gonfiarmi.
Ricordo che quando sei morta tutti mi dicevano che per una donna come lei, una poetessa e grande femmena, avere il cervello imbavagliato dalla demenza era una tortura.Sì, sì vabbè eppure solo il suo corpo,la sua vicinanza mi faceva stare bene...sono passati 5 anni...nonna,piango ancora fino a gonfiarmi e poi mi vieni in sogno e mi rimproveri e poi mi abbracci.
Scusami, dovrei lasciare andare via il ricordo di te? Chiedimi tutto, ma non questo.
Mi manchi da pazzi. Ed è per questo che ci tengo tante volte a dire che sono napoletana perchè mi manca tutto quello che questo racchiude...te vulesse tenè 'na vota sola mmieze 'e braccie mie e te vulesse dicere ddoje cose:a nò, a nonna mia te voglie bbene assaje!
2 Comments:
grazie.
>^^<
tatina..........
anche la mia nonna è nel pianeta del passato e io non vado mai a trovarla, pur abitando così vicina...
mi hai fatto venir voglia di essere una nipote meno snaturata.
un abbraccio
anche per il tuo angelo custode e quello piccolo che gioca in casa ;-)
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