NECESSITA' DIVINE
Ho un disperato bisogno di Dio. Della Sua immensa conoscenza di noi piccoli uomini e della Sua conseguente profonda pietà di noi.
Una Santa purissima di una magnifica regione come l’Abruzzo soleva ripetere a se stessa, come sigillo della Sua santità,
“Dio solo per Fine
Gesù come esempio
Maria come Guida
Il mio Angelo come Aiuto”
IL FINE
In principio era il Verbo. E da questo drammatico esordio, a mia personalissima interpretazione, già si evince la Suprema Grandezza. Una parola. Forse è proprio a Lui che si pensa quando si vuole definire qualcosa di difficilissimo con “…è ‘na parola…”. Un triangolo con l’occhio come certa iconografia Lo raffigura.
Certamente Il Primo ad aver vissuto quella esperienza innaturale e terribile – per un genitore – del sopravvivere alla morte di un figlio; che puoi essere pure Dio, ma almeno una frazione di secondo il cuore si spacca alla vista dell’adorato capo che reclina sul petto.
L’ESEMPIO
Un figo. Sin da piccolissimo. Umile, bello, poliglotta, mai un capriccio od uno gnaognao, gran parlatore e soprattutto gran ascoltatore. Tombeur de femmes. De Hommes. De creatures; insomma affabulatore ma senza malizia. Una forza di sopportazione immane; altissima soglia del dolore. Vergine ma buon conoscitore dell’intimo delle donne; e non parlo di pudende. Si immola e si sacrifica. E’ sempre stato il mio mito. Soprattutto riflettendo nel portare le mie croci, almeno a paragone sono solo stronzatelle.
LA GUIDA
Vabbè. Olivia Hussey o Penelope Cruz hanno dato alla Madonna un volto umano. Ma è inutile. Lei è la Sola e L’Unica. Capisco l’innamoramento totale di Giovanni Paolo II per Maria. Lei è una creatura meravigliosa. Se ognuna di noi nasconde almeno una virtù, immaginiamo una donna unica che le concentra tutte. La amo al di sopra di tutto. Perché quando La prego di darmi la forza non c’è mai stata una, dico una volta, che mi abbia lasciata lì per terra ad attendere invano. Totuus Tuus. Anche io in tutto a Te devota, O Maria Madre di Dio.
L’AIUTO
Belli o brutti; vecchi o sbarbatelli; ciccioni o magri. Ognuno il proprio Angelo o quello che protegge chi ci preme siano protetti se lo può raffigurare come vuole. Questo non è peccato. E’ a Lui che dedichiamo la prima preghierina che insegniamo ai nostri bambini, però, personalmente è pure Colui a cui penso proprio per ultimo, dando per scontato che Qualcuno ce l’abbia affiancato ed essendo una sorta di lavoro, in quanto tale, non ha altra scelta. L’Angelo ci aiuta consigliandoci ma giammai si sognerebbe di darci un aiuto fattivo: quello di sostituirsi a Dio non è proprio concepibile tra le angeliche schiere! Per cui inutile chiedergli un terno secco vincente sulla ruota di Napoli, di aiutarci a fare innamorare chi di noi non ne vuol sentir parlare o altre necessità. Ma sono certa che quella volta, sulle strisce pedonali, fu Lui a darmi lo spintone perché ero proprio troppo sovrappensiero e rischiavo di finire arrotata, ed è Quell’altro a passare intere giornate accanto ai nostri figli mentre corrono a scuola in cortile, si arrampicano sullo scivolo a ritroso, si buttano a testa in giù dall’altalena, tra continui trasalimenti di umani e cherubini. Vabbè già che ci stò, stasera Gli dedico una preghiera.
Intanto dico un Rosario alla Madonna e al cuore di Gesù; mi perdoneranno se mi viene un pò ridere al pensiero di quel famoso sketch di Massimo Troisi e Lello Arena che pregano San Gennaro per avere un aiuto…San Gennà…5 e 61…per favore…5 e 61...