zattere per le mamme

...le forze cominciavano a venirmi meno, quando all'improvviso intravidi tra i flutti una zattera ed una mano allungata verso di me...con gli occhi brucianti di salsedine e la bocca piena di acqua riuscii a dire solo uno stentato 'grazie'...

venerdì 30 marzo 2007

Forced


Schiaffi, pugni e calci. Da un padre allenatore alla povera figlia nuotatrice.

La crudeltà mentale di un uomo nei confronti della figlia della compagna.

Nelle ultime 24 ore sono costretta a subire dalla televisioni immagini di violenza che francamente preferirei evitarmi.

E' inutile che io faccia la mammoletta;non mi si addice. Subisco ed attuo forme di violenza, a volte dai tratti talmente subdola, da essere abilmente travestita.

Attaccare il telefono in faccia al solito operatore di call center che, ahimè sì, fa solo il suo lavoro e probabilmente perchè è necessario.Azionare il tergicristalli al primo avvicinarsi del lavavetri extracomunitario. Costringere mio marito a mangiare un pezzo di pizza comprato giù in pizzeria perchè non ho voglia di spignattare.

Ma subisco la violenza di dover inchiodare se il coglione che guida davanti a me gira senza mettere la freccia o ha deciso di fare l'amore per telefonino e passa da una corsia all'altra fregandosene che dietro c'è qualcuno che non legge nel pensiero;al massimo il navigatore se ne è provvisto.O dover aspettare che mia figlia si ammali di qualche malattia perchè qualche mamma sconsiderata manda ugualmente a scuola il figlio pure se febbricitante, coperto di pustole e che vomita continuamente; e per favore! Non mi si venisse a dire che si fa perchè non ci sono altre alternative...forse in periferia dove in due si arriva a milleducento euri scarsi...non dalle parti mie!

In realtà ho scoperto che c'è una forma di violenza di cui avrei voluto parlare tante volte e che non basterebbero milioni di post per esaurirla.

La violenza del destino.

La violenza delle decisioni che prende senza che noi ne siamo consapevoli, delle virate che ci impone di fare.Soprattutto la violenza della privazione. Il Destino ci priva con una violenza che ci lascia senza fiato. La sicurezza che magari hai impiegato una vita a costruire può essere sbattuta giù come un castello di carte.

Nella mia blogroll c'è una persona che io stimo più di ogni altra. Ed è manifesto che io vi adori tutti in egual misura. Ma c'è una mamma che più di tutti ha subito la violenza del Destino. La più brutta, quella che è assolutamente innaturale. Essere costretti a sopravvivere alla morte di un figlio. C'è un monologo meraviglioso in Fiori d'acciaio, film dell'89, che Sally Field fa dedicato alla morte della figlia Julia Roberts e che esprime bene quanto sia incomprensibile questo tipo di azioni del Fato. Ancora meglio è leggere i post di Mamma Giovanna dedicati al piccolo Peppino che ormai appartiene ad un'altra dimensione, quella degli Angeli; che a noi, pure dotati di Grande Fede o di grande intendimento, sembra assurdo.

Vi invito a leggere alcune poesie di Giovanna al suo bambino. E non pensiate che vi stia usando violenza a farvi fare qualche cosa di cui poi sarete magari contenti.

lunedì 26 marzo 2007

Reazioni


Mi sono resa conto che è difficilissimo far coincidere gli stati d'animo. Direi che è quasi impossibile.

Giorno 1: Io e Steve alla vista della scarsissima neve in paese, un pò abbacchiati; Micol felicissima di avere visto nell'ordine galline che razzolavano libere per la strada, una mucca gigante (non scherzo!) a mezzo metro di distanza, con tanto di campanaccio dolòn dolòn e un paio di sculture di ghiaccio semisciolte.

Giorno 3: Io e Steve, dopo una abbondantissima nevicata, gasatissimi per aver sciato senza sosta più di 5 ore; Micol incacchiata e stanca per la prima lezione di sci ("mamma a me non mi piace scilare!").

Giorno 4: Steve felice; io terrorizzata dallo spauracchio varicella. Micol con un sorriso 360° per aver giocato, fatto un pupazzo di neve, sepolto sotto cumuli della stessa l'animatore, scivolato con gli slittini, magnato linguine allo speck, petto di pollo al burro e patatine fritte con conclusione di gelato al cioccolato e il pensiero a fumetto stampato sulla fronte "io qui ci voglio rimanere tutta la vita!!!"

Giorno 5 e 6: Qui forse-ma nun lo so- tutti rilassati...Micol sugli sci ha sempre l'aria un pò preoccupata anche se è (corazon de mama...) portatissima (ahò l'ha detto il maestro...!).

Giorno 7: Io e Steve depressi all'idea di tornare a Roma; Micol stranamente euforica di tornare a casa (" a casa mia, dalla nonna, dai miei giocattoli, dalla mia tata...).


No. Ho detto una cavolata. Stamattina, anche Micol, come noi che ci preparavamo per andare al lavoro, entrando in classe mi ha guardata con aria interrogativa. E il significato era:

" Ma come cacchio m'è venuto in mente di essere tutta contenta di tornare a casa, quando qui non è cambiato niente e me tocca continuà a fà le stesse cose di prima?"

Tre persone. Un unico stato d'animo.

SOOOOOOBBB!!!

venerdì 16 marzo 2007

CIAO CIAO


THIS IS TOO WEEEIRDD! E' arrivata una cartella esattoriale per multe prese e mai pagate di € 6.029,00!!! Qualcuno di voi ha capito che dai portafogli di questa famiglia, una volta pagato tutto, a fine mese esce la mosca come nei fumetti d Topolino e come pensate che abbiamo reagito? Abbiamo imprecato? Abbiamo litigato rinfacciandoci di tutto? Abbiamo dato sfogo alla disperazione? Nulla di tutto ciò!!!
Abbiamo deciso di partire. Portiamo Micol a vedere (se mai ci sarà) la neve; a fare a pallate o a cogliere margherite, dipende. A sentirla scricchiolare sotto gli scarponi; o semplicemente a vedere un paesaggio diverso dalla periferia nord di Roma (percorso casa-scuola-parco-casa di nonna-ari casa).
Personalmente avevo deciso di assoldare un serial killer per freddare il portiere che ha, con la sua firmetta, rinnovato la notifica;per cui me tocca pagà una multa del '94 perchè notificata nuovamente nel 2002;ma avendo deciso di partire sono troppo di buonumore.
Forse potrei contattare la camorra e farlo rapire e chiedere come riscatto dai familiari esattamente la cifra da pagare...oppure potrei chiedere ad uno dei trans del quartiere di farsi fotografare con lui con una scusa qualsiasi e poi ricattarlo...potrei solo investirlo...poco poco, quel giusto per vendicarmi.
Preferisco partire. Quando sarò tornata sarò pronta alla rateizzazione di questa cifra assurda.Ma farò finta che mi sono comprata un letto FLOU per le mie nobilissime chiappe e ci metterò una pietra su.
Arriva la primavera. E credo che sia arrivato il momento di conoscere i miei amici di tasto dal vivo.
Intanto vi abbraccio, vi mando 'basetti' immensi e la famiglia Brambilla vi saluta temporaneamente.
Che 'A Maronna V'accumpagne...

mercoledì 14 marzo 2007

Ossimori


Sono felice. No, sono profondamente frustrata. Sollevata ma abbattuta. Il mio cuore ha ali cementate, vedo arcobaleni monocolori...ma che cazzo stò a fare qui poesia...sarò breve.


Micol stà bene. Anzi ieri il Prof. ha detto che è perfetta. Ortopedicamente parlando. E francamente Lui non sapeva proprio cosa dire. Si è espresso proprio così.

" Signora, non saprei davvero...non mi viene in mente nulla!" mentre palpava e spingeva, piegava e stendeva le gambe,le caviglie, le cosce, gli stinchi.

Sindrome da dolore muscolo scheletrico forse. Cioè un evento scatenante, forse un trauma ha innescato questo processo doloroso, che mi ha confermato anche Lui deve essere interrotto.

Insomma il dolore c'è ed è stato indotto da qualche cosa. Ma cosa?


Michi...Michi amore mio...io pensavo che andasse tutto bene...che non ti facessimo mancare nulla, che ricevessi abbastanza baci e abbracci, sì il tempo è sempre poco ma quando stiamo insieme è così bello...forse l'anno scorso hai avvertito che stavamo per vivere un periodo nero? C'hai visto discutere, litigare,sbattere porte ed essere costantemente preoccupati per le nostri sorti economiche. Possibile che possa essere stato tutto ciò?

Possibile che tu sia una bimba così particolarmente sensibile che hai somatizzato un dolore tutto familiare che noi eravamo in grado di esternare e quindi esaurire e tu invece, non avendone i mezzi, assorbivi ed incameravi tutto e tutto si cristallizzava dentro di te?


Professore l'ho vista crucciarsi e questo almeno, anche se non ho un responso preciso, ha fatto in modo che pagassi i centocinquanta euri volentieri. E' stato dolce e affettuoso. Le hai parlato di Nemo e di Pinocchio, hai conquistato la sua fiducia e lei si è lasciata osservare. Una vecchia bambina, quando era già finito tutto e camminavamo in strada mi elargiva i sorrisi più belli ed immensi che abbia mai visto in tutta la mia vita. Perchè voleva che io fossi contenta, che sorridessi anche io, perchè anche questa volta era stata coraggiosa e l'aveva scampata bella.

Io mi vergogno oggi di un sacco di cose.

Sono una mamma codarda. E questo è l'ossimoro più duro da digerire. Perchè non si può meritare di essere chiamate madri se il coraggio te lo deve dare il tuo stesso figlio.

Io ho capito comunque che finchè non sarò io ad interrompere, nella mia testa, questa ansia, neanche lei potrà mai uscirne. Cazzo Graziè tira fuori le palle e vai avanti. Hai una piccola grande donna che ti ha già spianato la strada.Si aspetta solo che sia tu a spiegarle da che parte andare.


lunedì 12 marzo 2007

Un mammo


Mi chiamo Manuel. Sono il papà di quel bambino che si siede sempre vicino alla finestra. Lo so perchè quando lo saluto prima di andare via dalla classe è lì che si va a mettere. Ed è lì che lo ritrovo il pomeriggio;perchè io arrivo sempre con un pò di ritardo e lui è quasi l'ultimo a lasciare la scuola. Certe volte la Madre Superiora chiude un occhio, mi permette di arrivare abbondantemente fuori orario perchè così posso fare gli straordinari e guadagnare qualcosa in più. Anche se so che a mio figlio piacerebbe più che avere soldi, avere più tempo da trascorrere con me. Che c'entra pure a me.

Io sono un padre single. Lo vedo come mi guardano le mamme la mattina;un misto di compassione e finta indifferenza. Perchè spesso arriviamo stropicciati allo stesso modo;l'uno l'immagine speculare dell'altro. Perchè quando una mamma prepara il proprio figlio per andare a scuola non dimentica neanche il minimo particolare. Un uomo, in generale, a parte le eccezioni, prepara e basta.Il minimo indispensabile:basta che sia lavato, vestito e coperto per uscire. Fa niente che le calze siano spaiate, i capelli spettinati, una macchia di sugo sulla tuta.

Io sono argomento di pettegolezzo, nel senso che la mia storia è passata velocemente sulla bocca di tutti.Qualche volta arricchita di qualche particolare inesistente, qualche altra versione un pò troppo colorita. La verità è che non è vero che solo gli uomini sono degli stronzi infantili e deboli. Io ne ho sposata una, di stronza infantile e debole. Mi ha lasciato svariate volte; l'ultima risale a due anni fa. Ora vive altrove. Con uno. Ogni tanto telefona. Mio figlio cresce abbastanza bene,nonostante non abbia la presenza della mamma; mia madre è una brava nonna, mio padre...vabbè lui ancora deve imparare a fare il padre, ancora mi critica in continuazione ma mio figlio lo adora...

Qualche giorno fa mi ha raccontato che c'è una bambina più piccola che lo fa ridere perchè fa le facce buffe; e ha deciso che sarà uno dei suoi amici del cuore. Ha detto che si chiama Micol e penso di aver capito chi sia. Sono contento che a scuola sia allegro e spensierato. Mi fa lavorare con minor peso sullo stomaco. I sensi di colpa sono equamente divisi tra uomini e donne, se i nostri figli si devono accontentare del tempo che avanza. Il problema non è soltanto femminile.
Volevo solo dirlo. Ecco tutto.

mercoledì 7 marzo 2007

Anniversario




Sarebbe prematuro tirare già le somme di questo anno di vita del mio blog. Ma si va compiendo la chiusura del cerchio. Ho iniziato a sfogarmi su questo diario condiviso perchè mia figlia soffriva di dolori alle gambe e cercavo -a dire la verità- qualcuno che potesse condividere con me delle informazioni o quanto meno la stessa preoccupazione; ho trovato un mondo ricchissimo, persone pazzesche, con uno spessore che raramente nel mondo reale piuttosto che in quello virtuale, tantissimo affetto e consigli e rimbrotti e insegnamenti e tantissimo altro ancora. E questo mondo ha fatto bene a me.


Ma, approfittando di questo mio pessimismo cosmico ( ah... ho scoperto che i segni d'aria hanno ancora Saturno contro...), valutavo che, porca vacca, dopo un anno Micol ancora soffre. Ha imparato, nella sua saggezza di piccole donne, che il momento acuto poi passa. Però sentirla lamentare nel sonno e vederla agitare le gambe sotto le coperte e non potersi abbandonare al sonno spensierato di pupo, anche a distanza di un anno, mi fa sentire terribilmente persa. Perchè proprio io, una che si informa, che ricerca, che legge, che si spende un'eresia in pubblicazioni per l'ansia di sapere, non c'ha ancora capito una minchia. Ah, beh, per inciso pure i dottori eh! Ma quelli li ho lasciati perdere qualche mese fa, quando mi sentii dire che dovevo rimuovere questo problema poichè era un non problema. Io ho rimosso i consulti pediatrici.


Lo so che non c'è una patologia precisa nè tantomeno grave, ma non riesco a capacitarmi che uno debba provare dolore mentre cresce; è assurdo. Poi crescono tutti i bambini e molti crescono senza dolore. Occhei occhei in questo momento mi sento un'ingrata verso la vita, ma soprattutto verso quei bambini, il cui destino avverso ha costretto ad avere una percezione del dolore o della malattia già piccolissimi, già nell'incubatrice. Ma io sono mamma di mia figlia e questa figlia la mattina appena sveglia, se ha avuto una nottata come quella trascorsa, ha quella sua bellezza luminosa leggermente perturbata dall'accenno di occhiaie violacee, i capelli sconvolti di chi si è rigirato continuamente e l'aria già stanca quando l'aspetta una intera giornata davanti.


Mò dico stà cosa perchè lo so che lo fanno tutti i genitori. Ho pregato tantissimo. Ho fatto fioretti. Novene. Poi mi sono anche un pò adirata con l'Onnipotente; diciamo un'incazzatura lampo che m'ha lasciato però una sensazione malinconica di vuoto. E di senso di colpa per avergli chiesto di far passare qualcosa che invece passerà col tempo. Bisogna avere pazienza. Ma tanta tanta Fede.


E se si è atei fiducia nella scienza che dice che i dolori di crescita sono momentanei nella vita dei bambini, anche se magari durano lunghi periodi.


Sogno spesso ad occhi aperti il giorno che scriverò il post " Micol è cresciuta e i dolori sono scomparsi";piangerò di gioia per i vostri commenti di felicità e condivisione e magari lo chiuderò pure stò blog, perchè con molti di voi non ci sarà più bisogno di un post per sentirsi amici.

lunedì 5 marzo 2007

Survivors




Sono sopravvissuta.


Al Festival di Sanremo. Alle risate continue della Hunziker. Al buffo modo di camminare di Pippo falacata ampia e braccia a dondolo; alla fine anche lei camminava così e mi faceva tenerezza perchè neanche i bellissimi abiti griffati le ridonavano personalità. Anche a certe canzoni che mi hanno colpito nell'anima sono sopravvissuta. Quella di Fabio Concato e la difficoltà di ricollocarsi professionalmente. Quella di Cristicchi, alimortacci sua e del paroliere, perchè, per chi ahimè ne ha conoscenza per esperienza personale, una casa di cura per malattie mentali non è diversa da una casa di riposo per anziani dove la solitudine del cuore ti fa svalvolare velocemente il cervello.


Vabbuò.




Sono sopravvissuta.


Al virus. Alla debolezza. Ai dolori al collo e alle anche. Il dottore ha detto che questo clima incerto, molto spesso gonfio di umidità fa proliferare diversi microrganismi infettivi nuovi. A me nello specifico mi ha detto che ho beccato un virus da ceppo nuovo. Gli avrei volentieri risposto che del ceppo non me ne fregava una emerita cippa; ma ho soprasseduto perchè mi sentivo troppo male e per la prima volta ho ingurgitato l'antibiotico manco fosse l'acqua benedetta di Lourdes.


Ma che sfaccimme.




Sono sopravvissuta.


Mega pranzo da mia suocera per festeggiare mia cognata.Mia suocera al contempo doveva ricambiare l'invito a pranzo a casa di papà per cui ha invitato pure lui. Mio cognato ha colto l'occasione per portare anche i suoi genitori, i suoceri della sorella di Steve. Naturalmente c'erano anche le due scatenatissima cuginette Micol e Giorgia. Mio padre è venuto con la sua attuale compagna;io mi sono portata dietro mia madre. Ragazzi a me le famiglie allargate fanno - davvero!- tanta simpatia, ma stò giro non ero del mio umore solito per cui sono tornata a casa con un magone pazzesco, quella sensazione tipica di figlia che pure di vedere i genitori separati ogni tanto insieme sopporta anche di vedere la mia mamma parlare, con la sua solita solarità, con la fidanzata di papà e c'ha le pigne nello stomaco. Che donna moderna che sono.


Ma vafangule.




sì è vero...il corpo ha recuperato alla grande ma l'umore lo devo coccolare ancora un pò...allora mi posto questo meraviglioso autoritratto di Balla dal titolo autocaffè che è consolatorio...

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