zattere per le mamme
...le forze cominciavano a venirmi meno, quando all'improvviso intravidi tra i flutti una zattera ed una mano allungata verso di me...con gli occhi brucianti di salsedine e la bocca piena di acqua riuscii a dire solo uno stentato 'grazie'...
giovedì 21 dicembre 2006
martedì 19 dicembre 2006
Caro Gesù Bambino...
venerdì 15 dicembre 2006
La trappola
Ricevuto tramite e-mail dalla mia amica Elena, mitica mamma di Livia...
Un topo guardò nella fessura del muro per vedere il contadino e la moglie aprire un pacco, scoprì così che nel pacco c'era una trappola per topi e ne fu devastato.
Tornando nell'aia, il topo volle avvisare tutti gli animali:"C'è una trappola per topi nella casa! C'è una trappola per topi nella casa!"
La gallina iniziò a chiocciare e raspare in terra e disse:"Signor Topo, posso capire che questa sia una grave preoccupazione per lei ma non ha conseguenze su di me. Non me ne importa molto."
Il maiale simpatizzò ma disse: "Sono molto dispiaciuto, Signor Topo, ma non posso far molto altro che pregare. Può star certo che la terrò presente nelle mie preghiere."
La mucca disse: "Accidenti, Signor Topo. Sono spiacente per lei, ma è difficile che io riesca ad infilare il mio naso nella trappola. E' un problema suo."
Così il topo tornò nella casa, a testa bassa e triste, per fronteggiare la trappola solo soletto.Quella stessa notte, si sentì un suono nella casa, come il rumore di una trappola che scatta sulla preda.
La moglie del contadino corse a vedere cosa aveva catturato.Nel buio, non vide che era un serpente velenoso la cui coda era rimasta nella trappola.
Il serpente morse la donna.Il contadino la portò all'ospedale e quando la riportò a casa lei aveva la febbre.
Chiunque sa che quando si ha la febbre fa molto bene prendere del brodo di gallina.
Così il contadino portò la sua accetta nell'aia per preparare l'ingrediente principale del brodo.Ma la moglie continuava a star male e così amici e vicini vennero per stare con lei ad ogni ora del giorno e della notte.
Per dare loro da mangiare, il contadino uccise il maiale.
La moglie del contadino non migliorò ed un giorno morì.
Vennero così tante persone al funerale, che il contadino dovette macellare la mucca per fornire sufficiente carne per tutti i convenuti.
La prossima volta che ascolti qualcuno che ha un problema ed inizi a pensare che non ti riguarda, -- ricorda - quando uno di noi è minacciato, siamo tutti a rischio.
Siamo tutti coinvolti in questo viaggio chiamato vita.
Dobbiamo darci un'occhiata uno con l'altro e fare uno sforzo per incoraggiarci a vicenda.
Ognuno di noi è un filo vitale nell'arazzo di un'altra persona.
Le nostre vite sono intrecciate le une alle altre per una ragione.
Si chiama interdipendenza.
giovedì 14 dicembre 2006
Vabbè!
lunedì 11 dicembre 2006
Un hobby
mercoledì 6 dicembre 2006
Fincipartecipo anch'io!!!
Poichè , tra gli altri, anche il mio amico Giggi Massi è citato da La Repubblica per la sua partecipazione (spassosissima) al fincipit, colgo l'occasione, ma privatamente,solo sul mio blog per partecipare.
Dedicato al mio adorato Eugenio Montale, con tutto il mio rispetto.
Da OSSI DI SEPPIA
Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l'incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Amò...ma nun è in tutti questi anni m'avessi portato sfiga???
Respect.
martedì 5 dicembre 2006
TIEMP BELLE 'E 'NA VOTA....
Quando ognuno di noi si rivede nelle vecchie fotografie è come rivedere un vecchio amico che non frequenti più da tanto tempo...lo rivedi in foto e ti viene un misto di emozioni,una nostalgia lieve e struggente accanto alla sensazione che poi non è che ti dispiaccia proprio che vi siate persi di vista...perchè ogni fase della propria esistenza è propria a se stessa unica ed irripetibile ed è bello rivedere come eravamo...molto molto meno vedere come siamo attualmente.
Io reagisco così alla vista di me stessa negli anni passati...mi fa piacere rivedermi, pensare alla mia vita di allora, ma non rimpiango di non essere più ciò che sono stata.
Molto fortunata. Sempre. Certo tanto dolore anch'io...quello di crescere, di passare attraverso l'adolescenza, la separazione dei miei,la laurea,la ricerca del lavoro, la bastardaggine, i miei lutti.
Tanta gioia. A palate. La mia infanzia dorata. Un amore immenso. Il matrimonio e Micol. Su tutti i miei fantastici viaggi, altre culture, parlare altri idiomi, mangiare altro...sentire la vita che ti circonda, che ti entra nel sangue, che ti fa pulsare le tempie per il troppo imparare...
Solo alcune foto mi fanno davvero soffrire. Sono quelle di chi non posso più toccare, abbracciare, annusare.Quelle, grazie al cielo, sono ben visibili e messe nell'angolo in cui vivo di più a casa mia...per ricordarmi di non smettere di soffrire per la perdita.
Le altre, tipo la foto che ho postato sopra e che appartiene al mio viaggio di nozze, non le guardo mai se non quando le rimetto a posto nel computer.
Mia figlia, qui accanto a me, guardando la foto di cui sopra, mi ha chiesto:
"Chi è mamma quella?"
Ahò, sò soddisfazioni queste eh!