L'oculista era come al solito in ritardo. La sala d'attesa con un' unica presenza. Lei sedeva sul salotto basso con le gambe accavallate, una mano rigirava nervosamente un delizioso anellino, con l'altra teneva il manico della borsa come se temesse che potesse improvvisamente sparire. Dall'esterno arrivava un cupo rumore di tuoni.
Silenziosamente si era materializzata nella stanza una figura alta, vestita di blu.Mormorando un confuso buonasera si era seduto esattamente di fronte a lei. Poche parole di circostanza.
"Anche Lei aspetta il Dottor Serliana?"
"Sì"
"E' la prima volta che lo incontro"
"E' molto bravo...e molto in ritardo!" disse Lei sorridendo.
Si guardarono attentamente per alcuni secondi poi entrambi distolsero lo sguardo.
Lui pensò che era bellissima.
Lei pensò che uno così serio,vestito in quel modo e con quella pacatezza ed ordine nello snocciolare quelle poche parole poteva essere un sottosegretario od un Ministro. E che con quell'aria seria seria non era male.
Che buffo. Lei sentiva il suo sguardo che la percorreva ma quando alzava gli occhi per beccarlo sul fatto Lui riusciva sempre ad essere più veloce e a guardare una volta il disegno della mattonella, una volta il piedino del tavolo.
Poi era Lei che lo osservava: la scarpa inglese nera, le mani bianche e curate, l'espressione corrucciata ma rischiarata dagli occhi chiari, forse grigi.
"Un cognome davvero particolare..." disse Lui rompendo il silenzio, e continuò senza guardarla, come se parlasse a se stesso "per un oculista intendo,poichè la Serliana è una tipica finestra rinascimentale e le finestre sono gli occhi dei Palazzi...quasi una predestinazione nel cognome direi..."
Lei colse la metafora e non trovandosi impreparata lo sorprese dicendo: " Già...Palladio... e la basilica palladiana ha un esempio molto raffinato di serliane in serie e...sì devo dire che la sua osservazione è davvero suggestiva " aggiunse scavallando le gambe. Fu in quel momento che lo colse sul fatto: stava chiaramente guardandole le gambe e così lei le riaccavallò lentamente e si accorse che Lui non era assolutamente propenso a distogliere lo sguardo e anzi sembrava quasi che fosse ipnotizzato da quel movimento.
Lei sentì un piacere quasi fisico nell'averlo preso in flagrante ma si meravigliò quando lo vide alzarsi, andare verso di lei e piegarsi fino quasi a sfiorarle con la tempia la spalla.Era vicinissimo, poteva sentirne il profumo, un aroma che le aveva materializzato per una frazione di secondo il bosco della sua casa a Manziana, e non riusciva a capirne il motivo, se si fosse girata un poco con il viso avrebbe potuto dargli un bacio sul collo, lì a metà tra il colletto e la pelle e se Lui avesse fatto altrettanto allora, senza dubbio si sarebbero baciati, Lei così seduta e Lui in quella stramba posizione, piegato in maniera innaturale.
Lui raccolse l'oggetto che si era alzato a raccogliere. L'anello le si era sfilato dal dito e lei non se ne era accorta.
" Credo che questo sia suo..." disse lui in un soffio, dopo essersi rimesso in piedi e guardandola dall'alto.
Si sentiva piccola e anche un pò idiota per cui decise di alzarsi anche lei per riequilibrare le posizioni.
Non poteva negare a se stessa che aveva un desiderio pazzesco che lui facesse davvero quello che poc'anzi aveva solo immaginato:ora che lo aveva dritto davanti a sè, poteva leggergli chiaramente lo sguardo carico di ogni emozione. Era chiaro che il desiderio apparteneva ad entrambi.
Si guardarono ancora e fu in quel momento che Lei velocemente, prendendolo per mano, lo spinse verso la porta del piccolo bagno.
Era buio, per cui, chiudendo la porta lei vi si appoggiò di schiena per bloccarla.
Lui era frastornato ma sentiva chiaramente che non era meravigliato o tantomeno scandalizzato da quella reazione. Ringraziava il Cielo che Lei la avesse avuta.
La sentiva ansimare leggermente lì nell'oscurità e per tranquillizzarla le si avvicinò fino quasi a toccarla. Ma non lo fece. Fu lei che gli prese una mano e con delicatezza se l'appoggiò sul seno. Lui fece il resto.
L e cercò il volto con la mano libera e cominciò a baciarla con lentezza, evitando di palparle quella dolce protuberanza che in cuor suo avrebbe denudato e baciato avidamente.Lei gli circondò le braccia intorno al collo e si fece più stretta aLui costringendolo a malincuore a togliere la mano dal seno. Si baciarono a lungo, nell'oscurità.Senza pensare. Cedendo ad una pazza pulsione dei sensi. Poi, il suono lontano di un citofono. E la voce della segretaria che parla con qualcuno.
Si precipitarono fuori cercando di riprendere nella saletta la stessa posizione di prima.
Il Dottor Serliana era lì pochi istanti dopo:
"Scusate l'attesa, sono veramente mortificato...Allora Dottoressa Persiano si vuole accomodare?"
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